Il tempo, come si suol dire, ci è scivolato tra le dita; i nostri progetti e le nostre speranze per quest’anno sono sepolte con gli amici: è il 2020 che ci ha reso poveri e soli. La comunità di Novazzano è stata fra le prime e tra le più colpite dal morbo che ancora oggi condiziona le nostre vite. Numerose sono state però anche le testimonianze di impegno e di generosità che i nostri cittadini hanno dimostrato in questo tragico frangente. E la riconoscenza di tutti noi deve andare ai nostri compaesani impegnati in vari ruoli negli enti sanitari, nella polizia, nei pompieri e nella protezione civile. Questo è stato il mio pensiero quando sono stato nominato dai miei colleghi presidente del consiglio comunale di Novazzano. Da parte mia non avrei mai pensato di essere chiamato a dirigere il Consiglio comunale in un anno di legislatura che non ci sarebbe dovuto essere, e come primo cittadino ho cercato di farmi tramite col Sindaco, il municipio e miei colleghi consiglieri delle preoccupazioni, dei disagi, delle paure ma anche delle speranze e degli auspici dei nostri compaesani.
Anche Consiglio comunale ha cercato, in questa situazione di fare la sua parte e lavorare con la serietà e l’impegno di sempre, affrontando i lavori delle commissioni e le sedute in modo alternativo, a volte con qualche inconveniente che è stato risolto con un po’ di pazienza e qualche sorriso. Le sedute del Consiglio si sono svolte al capannone della Garbinasca a porte chiuse con protocolli di sicurezza che hanno permesso lo svolgimento regolare dei dibattiti, sempre costruttivi e interessanti. Da primo cittadino mi sono preoccupato di avvicinare maggiormente le istituzioni comunali ai cittadini, proponendo la diretta streaming delle sedute che sono state seguite da un buon numero di persone. Un modo per stare vicino alle nostre istituzioni e sentire le istituzioni vicine, che spero possa essere mantenuto anche dopo questa emergenza.
In questi mesi siamo tutti chiamati a prenderci cura gli uni degli altri. Questo è fare politica: amare il paese dove si vive e farsi carico responsabilmente di sé stessi e degli altri, per il bene di tutti. È proprio in situazioni come queste che emergono quelle che sono le priorità, di cui ci accorgiamo proprio quando sono messe in pericolo o ci mancano. La salute, la sicurezza economica, la cultura e la partecipazione, che ci sono mancati in questi mesi, sono i pilastri di Novazzano. Ricordiamoci di ciò che è mancato nelle nostre vite. Ricordiamoci delle ansie di chi ha avuto paura di perdere il lavoro e di chi, a causa e per scusa del covid-19, l’ha perso veramente. Ricordiamoci che alla fine non eravamo e non siamo tutti sulla stessa barca. Sarebbe bello che ci ricordassimo di questo, di tutto questo, anche quando potremo di nuovo stringerci la mano.
Joël Vaucher-de-la-Croix